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[#00001] Cultura generale: Il Carnevale

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Indice

Descrizione

Il carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cristiana. I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l’elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l’uso del mascheramento.
La parola carnevale deriva dal latino carnem levare (“eliminare la carne”) poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della quaresima.
I festeggiamenti maggiori avverranno il Martedì successivo al carnevale (che risulterà sempre di Domenica) definito Martedì grasso che combacia con il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi.

Origine e significato

Benché presente nella tradizione cattolica, i caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività ben più antiche, come per esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza.
Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all’inizio del carnevale seguente. Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell’anno solare.
Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell’impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio. Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale. In Babilonia poco dopo l’equinozio primaverile veniva riattualizzato il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del primo.
Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano allegoricamente rappresentate le forze del caos che contrastavano la ri-creazione dell’universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk, il salvatore. Nel corteo c’era anche una nave a ruote su cui il dio Luna e il dio Sole percorrevano la grande via della festa – simbolo della parte superiore dello Zodiaco – verso il santuario di Babilonia, simbolo della terra. Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell’ordine sociale e morale.
Il noto storico delle religioni Mircea Eliade scrive nel saggio Il Mito dell’Eterno Ritorno: “Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell’anno e nell’attesa del Nuovo Anno si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia”. Più oltre Eliade afferma che “allora i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte (il caos primordiale non è riattualizzato?) e ritorneranno giacché in questo momento paradossale il tempo sarà annullato ed essi potranno di nuovo essere contemporanei dei vivi”. Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli Indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà, hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il “bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia”.
Eliade scrive che “l’orgia è anch’essa una regressione nell’oscuro, una restaurazione del caos primordiale; in quanto tale, precede ogni creazione, ogni manifestazione di forme organizzate”. L’autore aggiunge poi che “sul livello cosmologico l’orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, l’orgia corrisponde al Grande Tempo, all’istante eterno, alla non – durata. La presenza dell’orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo tradisce una volontà di abolizione integrale del passato mediante l’abolizione della Creazione. La confusione delle forme è illustrata dallo sconvolgimento delle condizioni sociali (nei Saturnali lo schiavo è promosso padrone, il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re, ecc.), dalla sospensione di tutte le norme, ecc.
Lo scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari, ad altro non mirano che alla dissoluzione del mondo – la comunità è l’immagine del mondo – e alla restaurazione dell’illud tempus primordiale (“quel tempo”, il Grande Tempo mitico e a – storico delle origini; N.d.A.), che è evidentemente il momento mitico del principio (caos) e della fine (diluvio universale o ekpyrosis, apocalisse). Il significato cosmologico dell’orgia carnascialesca di fine d’anno è confermato dal fatto che al Caos segue sempre una nuova creazione del Cosmo”.
Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l’uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi (anche Arlecchino ha una chiara origine infera). Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell’essere ” soprannaturale ” rappresentato.

Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi. “Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi (Giappone, mondo germanico, ecc.), sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. In questo intervallo paradossale fra due tempi (= fra due Cosmi), diventa possibile la comunicazione tra vivi e morti, cioè fra forme realizzate e il preformale, il larvale.”
Alla fine il tempo e l’ordine del cosmo, sconvolti nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti (nuova Creazione) con un rituale di carattere purificatorio comprendente un “processo”, una “condanna”, la lettura di un “testamento” e un “funerale” del carnevale il quale spesso comporta il bruciamento del “Re carnevale” rappresentato da un fantoccio (altre volte l’immagine – simbolo del carnevale è annegata o decapitata).
Tale cerimonia avviene in molte località italiane, europee ed extraeuropee (sulla morte rituale del carnevale si veda anche Il ramo d’oro di James George Frazer). “La ripetizione simbolica della cosmogonia, che segue all’annientamento simbolico del mondo vecchio, rigenera il tempo nella sua totalità”. È interessante altresì notare che vari significati cosmologici del Carnevale erano presenti anche nel Samhain celtico.
Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate “trionfi” e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è Il trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio dal Magnifico. Nella Roma del governo papalino si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la “gara dei moccoletti” accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente.
Le prime testimonianze dell’uso del vocabolo “carnevale” (detto anche “carnevalo”) vengono dai testi del giullare Matazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400. Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda, il carnevale di Poggio Mirteto, il Carnevale di Bientina, il carnevale di Borgosesia e il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della Chiana termina la domenica dopo le Ceneri. In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la “morte di Carnevale”.

Per la Chiesa cattolica
Tradizionalmente nei paesi cattolici, il Carnevale ha inizio con la Domenica di settuagesima (la prima delle nove che precedono la Settimana santa secondo il calendario gregoriano; finisce il martedì precedente il mercoledì delle ceneri che segna l’inizio della quaresima. Il momento culminante si ha dal giovedì grasso fino al martedì, ultimo giorno di carnevale (Martedì grasso). Questo periodo, essendo collegato con la Pasqua (festa mobile), non ha ricorrenza annuale fissa ma variabile. In realtà la Pasqua cattolica può cadere dal 22 marzo al 25 aprile (calcolo della Pasqua) e intercorrono 46 giorni tra il Mercoledì delle ceneri e Pasqua. Ne deriva che in anni non bisestili martedì grasso cade dal 3 febbraio al 9 marzo. Per questo motivo i principali eventi si concentrano in genere tra i mesi di febbraio e marzo.
Per la Chiesa cattolica il Tempo di carnevale è detto anche Tempo di settuagesima. Esso considera il carnevale (settuagesima) come un momento per riflettere e riconciliarsi con Dio. Si celebrano le Sante Quarantore (o carnevale sacro), che si concludono, con qualche ora di anticipo, la sera dell’ultima domenica di carnevale. La Chiesa cattolica ha però, durante il corso della storia, condannato il carnevale in quanto contrario ai dettami di rigore imposto dall’istituzione stessa. Secondo antiche tradizioni il carnevale durava l’intero periodo invernale, dal giorno di commemorazione dei defunti sino al primo giorno di Quaresima e il travestimento serviva non a nascondere la propria identità sebbene a rimandarne a un’altra. L’antica tradizione riporta anche alla celebrazione del ricordo della strage degli innocenti allorquando un bambino nominato episcopellus esercitava il suo effimero potere semel in anno sino al giorno del 28 dicembre, dì indicato per il ricordo della strage di infanti ordinata da Erode.

Il carnevale in Italia

Il Carnevale di Viareggio, lo Storico Carnevale di Ivrea, il Carnevale di Venezia, il Carnevale di Cento, il Carnevale di Manfredonia, il Carnevale di Satriano, Carnevale di Acireale, il Carnevale di Sciacca, il Carnevale di Misterbianco, il Carnevale di Fano, il Carnevale di Massafra, il Carnevale di Offida, il Carnevale di Putignano, il Carnevale di Striano, il Carnevale Storico di Santhià (medaglia del Presidente della Repubblica) sono considerati tra i più importanti al mondo. La loro fama, difatti, travalica i confini nazionali e sono in grado di attrarre turisti sia dall’Italia che dall’estero. Il Carnevale più lungo d’Italia è il Carnevale di Putignano, il più festoso carnevale pugliese assieme al Carnevale di Manfredonia.
Il Carnevale di Viareggio ha origine nel 1873 ed è uno dei più importanti e maggiormente apprezzati carnevali a livello internazionale.
A caratterizzarlo sono i carri allegorici più o meno grandi che sfilano nelle domeniche fra gennaio e febbraio e sui quali troneggiano enormi caricature in cartapesta di uomini famosi nel campo della politica, della cultura o dello spettacolo, i cui tratti caratteristici, specialmente quelli somatici, vengono sottolineati con satira e ironia.Il Carnevale di Putignano è da considerarsi anche il Carnevale più antico del mondo: le sue origini risalgono al 1394. Nel 2014 si è svolta l’edizione 620. Uno dei carnevali più antichi d’Italia arrivato ai giorni nostri è il Carnevale di Verona, risalente al 1531 e il cui nome originale è Bacanàl del Gnoco. Lo Storico Carnevale di Ivrea, famoso per il suo momento culminante della Battaglia delle Arance, è invece considerato uno tra i più antichi e particolari al mondo, seguendo un cerimoniale più volte modificatosi nel corso dei secoli. L’intero carnevale ha il pregio di rappresentare, sotto forma di allegoria, la rivolta dei cittadini per la libertà dal tiranno della città, probabilmente Ranieri di Biandrate, ucciso dalla Mugnaia su cui si apprestava a esercitare lo ius primae noctis.
Fu quell’evento a innescare la guerra civile rappresentata dalla battaglia tra il popolo e le truppe reali che viene rievocata durante il carnevale, dove le squadre di Aranceri a piedi (ossia il popolo) difendono le loro piazze dagli aranceri su carri (ossia l’esercito) a colpi di arance a rappresentare le frecce, mentre tra le vie della città sfila il corteo della Mugnaia che lancia dolci e regali alla popolazione. Anche il Carnevale di Acireale, di antichissime origini, prevedeva la lotta delle arance che fu però vietata dalla Corte criminale nel lontano 1612 a causa dei gravi incidenti che si provocavano. Il Carnevale di Manfredonia è uno dei più importanti d’Italia ed è con il Carnevale di Putignano il principale della regione Puglia.
Vero fiore all’occhiello del carnevale manfredoniano è la “Sfilata delle meraviglie” che vede sfilare per le vie della città pugliese migliaia di bambini delle scuole materne ed elementari di Manfredonia. Il Carnevale nacque nel 1952 ed è riconosciuto dalla Regione Puglia come manifestazione di interesse regionale. È associato alla Federazione europea delle città del carnevale. Per due volte è stato inserito tra le manifestazioni abbinate alla Lotteria Nazionale. Il Carnevale di Montescaglioso in Provincia di Matera, Basilicata è, insieme a quelli di Tricarico, Aliano e Satriano, una delle manifestazioni Carnevalesche più note in regione.

Il Carnevalone rappresenta l’espressione dell’identità locale, con figure giunteci quasi intatte dal passato e comuni anche ad altre manifestazioni analoghe. Il Carnevale celebra i riti propiziatori della fertilità e del risveglio della natura e le figure tradizionali dell’evento rimandano a simboli arcaici provenienti dal mondo greco-romano e medievale. Nel corso degli anni il corteo di Carnevale si evolve, conservando, però, la memoria di figure ben codificate che ogni generazione consegna alla successiva.
Il Carnevale storico di Frosinone è caratterizzato dalla Festa della Radeca, di origini antichissime, addirittura precristiane, origini che attraverso l’anello di congiunzione delle feste carnevalesche medioevali, si possono ricollegare ai lupercali romani e quindi ai riti della fertilità agraria (la “Radeca” altro non è che il nome in dialetto della foglia d’agave, simbolo di fecondità). Questa tesi è confortata dalla presenza, all’interno degli statuti comunali cittadini, risalenti all’anno 1200, di una norma secondo cui erano sospese le attività giudiziarie durante le festività in precisi periodi dell’anno, tra cui oltre che il Natale, l’Epifania ed i periodi delle messi e della vendemmia, i due giorni che precedono le ceneri, cioè il Carnevale. All’antichissimo rito di fertilità, si è poi sovrapposta attraverso un processo metastorico, una tradizione che commemora l’eroica rivolta dei frusinati contro le truppe d’occupazione francesi, avvenuta negli ultimissimi anni del XVIII sec. (1798-1799); è proprio in essa che si inserisce la ben nota figura del Generale francese Championnet protagonista del carnevale, il cui fantoccio, al termine della festa, viene dato alla fiamme. Famosa la testimonianza della Festa della Radeca descritta ad inizio Novecento, dall’antropologo scozzese James Frazer nel suo libro “Il Ramo d’Oro”.
Il Carnevale di Striano, in provincia di Napoli, è considerato uno dei più importanti carnevali del Sud. I carri allegorici, che sono i più grandi e movimentati della Campania, sfilano ogni anno in un luogo diverso della città di Striano dal 1983. Il carnevale strianese, se non il più grandioso è sicuramente uno dei carnevali più conosciuti e visitati della regione, con la sua trentennale storia. Il carnevale a Striano resta la manifestazione per eccellenza, e ogni anno coinvolge attorno a sé centinaia di partecipanti, dai carristi ai gruppi coreografi e non mancano i turisti che con grande gioia vengono a visitare le maestose opere realizzate esclusivamente in cartapesta nei cantieri della Cittadella del Carnevale, una struttura unica nel suo genere nell’intera regione Campania.

Il Carnevale di Sciacca rinomato per la bellezza delle sue opere in cartapesta realizzate dai locali maestri ceramisti, è il carnevale più antico di Sicilia, con origini che risalgono al periodo romano. Oggi è caratterizzato da sfilate di carri allegorici che percorrono l’antico centro della città accompagnati da gruppi mascherati che danno vita a coreografie realizzate sulle note di musiche a tema. Famoso è il Carnevale di Acireale, comunemente definito “il più bel carnevale di Sicilia” per la bellezza dei suoi carri allegorici e infiorati (questi ultimi unici nel loro genere).
Esso è frequentato da numerosi forestieri, i quali approfittano di questa festa popolare per visitare o rivisitare i monumenti della città barocca. Anche il Carnevale di Acireale, di antichissime origini, prevedeva la lotta delle arance che fu però vietata dalla Corte criminale nel lontano 1612 a causa dei gravi incidenti che si provocavano. In Sicilia si ricorda ancora il Carnevale di Paternò del secondo dopoguerra, che dall’Epifania al martedì Grasso attirava masse di pubblico in cerca di divertimento da varie province, invadendo l’intera città, trasformata in una enorme balera all’aperto, sotto una fantasmagorica illuminazione artistica.
Infatti esso era caratteristico non solo per le varie sfilate (di gruppi in maschera, macchine infiorate e carri allegorici notevoli per grandezza e bellezza) che si svolgevano negli ultimi tre giorni ed erano dotate di ricchi premi in denaro, ma anche per la possibilità data a tutti di ballare per le vie e le piazze, oltre che nei ritrovi notturni, mediante musiche diffuse da altoparlanti, tutti i giorni fino a mezzanotte, esclusi i venerdì (in cui non c’erano né musiche né balli).
Erano vietate le allegorie politiche e religiose. Un’altra caratteristica era quella che per scherzo di Carnevale le persone mascherate potevano “impegnare” quelle non mascherate e ballare insieme o farsi pagare consumazioni al bar, mentre si potevano intrecciare relazioni amorose, magari senza mai conoscere l’identità della controparte in maschera. In quel periodo nessun tipo di reato veniva commesso: e questo era l’unico divertimento di tutto l’anno, tanto che il Carnevale di Paternò era detto “il più divertente Carnevale di Sicilia”.
Inoltre in un piccolo paesino della provincia di Ragusa, Acate il carnevale era considerato il più bello della provincia, con carri allegorici, questo, però, si è spento lentamente a causa della scomparsa dell’assessore Bellomo. Ad Acate il carnevale si festeggia dal sabato prima del martedì grasso. Adesso in Sicilia, il più bel carnevale è quello di un altro paesino, Chiaramonte Gulfi. Da anni infatti, questo carnevale attira numerosi turisti, grazie alla bellezza dei carri allegorici di prima e seconda categoria.
Il Carnevale di Misterbianco in provincia di Catania nasce ufficialmente nel 1981 e ha vissuto un lungo e laborioso cammino prima di approdare ai “Costumi più belli di Sicilia”.
La Puglia è la regione italiana con il maggior numero di manifestazioni abbinate alla lotteria nazionale del carnevale: il già citato Carnevale di Putignano, Carnevale di Manfredonia e poi ancora il Carnevale di Gallipoli, il Carnevale di Massafra e il Carnevale Terranovese a Poggio Imperiale.
In Basilicata è molto conosciuto il Carnevale di Tricarico, caratterizzato dalla presenza di “mucche ” e “tori” in transumanza ed intimamente legato a riti precristiani, mediati dal cristianesimo attraverso la figura di s. Antonio abate. Da citare anche il carnevale estivo di Laurenzana. Evento nato per promuovere le bellezze monumentali (Castello del XII secolo, Chiesa madre, Convento benedettino ecc.) e paesaggistiche (l’Abetina di Laurenzana conosciuta per la presenza dell’Abete Bianco). Si festeggia il primo sabato dopo ferragosto. Molto importante per la regione lucana risulta essere il Carnevale di Lavello. La maschera tradizionale della città risulta essere il Domino. Ogni sabato fino al sabato successivo al mercoledì delle ceneri si festeggia questo carnevale con grandi balli. L’ultimo sabato del carnevale lavellese è segnato dalla tradizionale rottura della pentolaccia.
Altra punta di diamante della tradizione carnevalesca locale è rappresentato dal carnevale di Satriano che vanta la caratteristica presenza di tre maschere tipiche: l’orso , l’eremita e la quaresima. A Oristano, nell’isola di Sardegna, si svolge, durante gli ultimi tre giorni di carnevale, la splendida giostra mascherata a cavallo, denominata Sa Sartiglia. Durante la quale i cavalieri si sfidano in bravura ad infilzare una stella forata al centro, nonché realizzando spettacolari acrobazie sopra i cavalli lanciati al galoppo sfrenato.
Il carnevale di Schignano è sicuramente uno dei carnevali più famosi della provincia di Como, data la sua unicità. Si svolge secondo il rito romano, il sabato ed il martedì grasso. La rappresentazione si svolge sulla contrapposizione di due maschere principali il Bello ed il Brutto. La maschera del bello presenta lineamenti eleganti mentre la maschera del Brutto ha un aspetto decisamente più grottesco. Importanti sono le maschere in legno, scolpite a mano dalla radice di noce, che vengono gelosamente custodite da chi le ha realizzate e concesse esclusivamente per il carnevale di Schignano. Alcune maschere risalgono quasi a duecento anni fa.

Carnevale ambrosiano

Dove si osserva il rito ambrosiano, ovvero nella maggior parte delle chiese dell’arcidiocesi di Milano e in alcune delle diocesi vicine, il Carnevale finisce con la prima domenica di quaresima; l’ultimo giorno di carnevale è il sabato, 4 giorni dopo rispetto al martedì in cui termina dove si osserva il rito romano.
La tradizione vuole che il vescovo sant’Ambrogio fosse impegnato in un pellegrinaggio e avesse annunciato il proprio ritorno per carnevale, per celebrare i primi riti della quaresima in città. La popolazione di Milano lo aspettò prolungando il carnevale sino al suo arrivo, posticipando il rito delle Ceneri che nell’arcidiocesi milanese si svolge la prima domenica di quaresima.
In realtà la differenza è dovuta al fatto che anticamente la quaresima iniziava dappertutto di domenica, i giorni dal mercoledì delle Ceneri alla domenica successiva furono introdotti nel rito romano per portare a quaranta i giorni di digiuno effettivo, tenendo conto che le domeniche non erano mai stati giorni di digiuno. Questo carnevale, presente con diverse tradizioni anche in altre parti dell’Italia, prende il nome di carnevalone.

I principali carnevali italiani

Carnevali nel mondo

  • Europa
    • Albania
      Carnevale di Korca
      Carnevale di Elbasan
      Carnevale di Scutari
    • Austria
      Carnevale di Villach, in Carinzia
    • Croazia
      Carnevale di Fiume, a Fiume
    • Danimarca
      Carnevale di Aalborg, a Aalborg
    • Francia
      Carnevale di Dunkerque, a Dunkerque
      Carnevale di Nizza, a Nizza
      Carnevale di Sartene, a Sartene
    • Germania
      Carnevale di Colonia (Kölner Karneval), a Colonia
      Carnevale di Düsseldorf, a Düsseldorf
      Carnevale di Magonza (Mainzer Fastnacht), a Magonza
    • Italia
      Carnevale di Venezia
      Carnevale di Viareggio
      Carnevale di Ivrea
    • Portogallo
      Carnevale di Funchal
    • Regno Unito
      Carnevale di Notting Hill, Londra (Regno Unito)
    • Russia
      Carnevale di Maslenitsa
    • Slovenia
      Kurentovanje, a Ptuj
    • Spagna
      Carnevale di Santa Cruz de Tenerife, a Tenerife, il secondo carnevale del mondo dopo Rio
      Carnevale di Las Palmas de Gran Canaria, a Gran Canaria
      Carnevale di Sitges
      Carnevale di Cadice, a Cadice
    • Svizzera
      Rabadan, il carnevale di Bellinzona (Ticino)
      Carnevale biaschese di Re Naregna, a Biasca (Ticino)
      Lingera, il carnevale di Roveredo (Grigioni)
      Or Penagin, il carnevale di Tesserete (Ticino)
      Nebiopoli, il carnevale di Chiasso (Ticino)
      Carnevale di Basilea, a Basilea
    • Ungheria
      Carnevale di Ungheria (Ungheria Karneval)
  • America
    • Argentina
      Carnaval de la Quebrada de Humahuaca, Tilcara
      Carnaval de Gualeguaychu, a Gualeguaychu
    • BrasileCarnevale di Rio, a Rio de Janeiro, il più importante e il più conosciuto al mondo.
      Carnaval di Recife, a Recife
      Carnevale di Olinda, a Olinda
      Carnevale di Salvador, a Salvador, Bahia
    • Colombia
      Carnevale di Barranquilla, a Barranquilla
      Carnevale di Bogotá, a Bogotá
      Carnevale dei Neri e dei Bianchi, a Pasto
    • Cuba
      Carnevale di Santiago de Cuba
    • Panama
      Carnevale di Panamá, Las Tablas, Panamá
    • Stati Uniti
      Carnevale di San Francisco, a San Francisco, California
      Carnevale di New Orleans, a New Orleans, Louisiana
    • Trinidad e Tobago
      Carnevale di Trinidad e Tobago, con i riti Canboulay e l’insieme delle manifestazioni da esso derivate comprese nell’elenco del Carnevale Caraibico nel mondo.


Per rendere ancora più festoso il vostro carnevale, stampate il materiale fornito qui sotto.

Buon divertimento. Lo Staff.

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Carnevale - Filastrocca di Gianni Rodari

Copyright by Gianni Rodari

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Da leggere e colorare, buon divertimento.


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Carnevale - Filastrocche

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Carnevale - Le Maschere d'Italia

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Fonte (alcune parti):

Carnevale. (4 febbraio 2015). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 4 febbraio 2015, 11:53 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Carnevale&oldid=70683094.

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